Gli Amici Della Cantina

La Storia

Tutto iniziò nel 1974, quando tre amici amanti della musica da sempre decisero, dopo alcune esperienze, di unirsi e provare a fare musica insieme. Erano gli anni in cui il liscio, quella musica folkloristica messa in secondo piano dopo l'avvento del beat, cominciava ad avere un discreto successo in tutti i locali da ballo.

Questa era la musica che i nostri amici avevano deciso di portare avanti: con una piccola strumentazione composta da una batteria, una chitarra ed una fisarmonica iniziarono ad imbastire  un repertorio musicale per poi riproporlo in occasione delle feste paesane.

Fu così che, dopo mesi di prove, riuscirono ad avere il primo ingaggio ad una festa privata in una fattoria alle porte della città. Il risultato fu abbastanza soddisfacente: i partecipanti alla festa  erano rimasti contenti della loro esibizione, ma avevano sottolineato che nessuno cantava. Questo era un vero problema, perché i nostri tre amici non avevano qualità canore per poter eseguire brani cantati.

 Fu così che si misero alla ricerca di un cantante e dopo qualche tempo riuscirono a trovarne uno. Dopo le prove necessarie per preparare il nuovo repertorio si misero alla ricerca di una serata che sancisse il debutto ufficiale degli AMICI DELLA CANTINA,  questo il nome che si erano dati.

Eravamo verso metà Agosto del 1977 e le Feste Dell'Unità erano un ottimo trampolino di lancio; infatti la prima serata venne confermata a Mensano, piccola frazione di Casole D'Elsa. Io in quel periodo mi dilettavo con gli amici a suonare la chitarra e cantare le canzoni degli artisti che avevano accompagnato la nostra adolescenza,: Battisti, New Trolls, PFM, DikDik, Procol Harum, Creedence Clearwater Revival e tanti altri.

Avevo comprato una chitarra EKO Ranger XII a 12 corde e non vi dico la prima volta per accordarla cosa non ho fatto (a quell'epoca non c'era Internet che ti poteva dare una mano...) e dopo mille peripezie riuscii a capire come dovevo fare. Il risultato fu stupefacente: avevo ottenuto un suono bestiale, che non aveva niente a che fare con quello delle normali 6 corde che avevo suonato in precedenza.

 Tornando ai nostri amici, occorre dire che il quarto elemento che era stato reclutato nel gruppo in qualità di cantante era mio cugino. Quest'ultimo mi pregò più volte di andarli a sentire, al punto  che finii per accontentarlo. Quando la sera arrivai sul posto mio cugino mi venne subito incontro, facendomi conoscere gli altri amici; dopodiché iniziarono il loro repertorio, mentre io rimanevo ad ascoltarli.

Devo riconoscere che l'insieme non era male, anche se a me il loro genere non piaceva. In più la strumentazione era misera: la batteria aveva un suono simile a quello di un bidone di metallo e la voce usciva dall'amplificatore della chitarra perché non avevano un mixer. Ma ciò che più mancava ai miei amici era la presenza di un basso, che rinforzasse la ritmica e riempisse un po' l'armonia.  Ad ogni modo il pubblico era rimasto contento e loro erano al settimo cielo; così, quando ebbero finito,  ci mettemmo un po' a parlare e mi venne chiesta una mia impressione.

Io dissi loro le mie impressioni sulla scarsa amplificazione e feci notare che con un basso la resa del gruppo sarebbe ulteriormente migliorata. Gli altri furono d'accordo con le mie osservazioni: con i primi guadagni avrebbero sicuramente comprato un impianto adatto a suonare dal vivo. Quanto al basso ne riconoscevano il ruolo indispensabile, ma non conoscevano nessuno  che lo suonasse.

Così mio cugino, che sapeva del mio dilettarmi con la chitarra mi chiese: “Perché non vieni te a suonare il basso con noi? In fondo già suoni la chitarra, quindi che problemi hai ?” Gli altri tre non appena sentirono quelle parole ebbero un guizzo di gioia. Concordarono sul fatto che, suonando la chitarra non avrei avuto difficoltà con il basso. Io ero molto scettico: non avevo mai suonato in pubblico e inoltre non mi sentivo neanche portato per quello strumento. E ovviamente non ne avevo uno. Ma il batterista mi promise che avrebbe provveduto lui a trovarmelo: a questo punto gli altri insistettero con tanto entusiasmo che finii per promettergli una prova, dopodiché avrei deciso cosa fare.

 Io a quell'epoca lavoravo fuori città e la sera tornavo abbastanza tardi quindi già questo mi disturbava un po', e poi avevo le mie abitudini, i miei amici, la mia famiglia che mi stava regalando un bellissimo figlio,e mi chiedevo ma chi te lo fa fare ad impegnarti ulteriormente,non sei già abbastanza impegnato ? Comunque avevo deciso, io alle prove ci vado ,dissi fra me, poi si starà a vedere.

Arrivò così in fatidico lunedì. Non vi dico com'ero emozionato. Era dalla mattina, quando ero andato in ufficio, che ci pensavo e facevo tutte le mie considerazioni, chiaramente non molto positive conoscendomi ma poi, dicevo, non ho mica firmato un contratto. Prima si vede e poi si prende una decisione. Aspettai così mio cugino e alle 21 del lunedì ci ritrovammo sotto casa sua. Lui mi salutò e si accese una sigaretta, poi mi disse : allora che si fa, si va su???? daccordo dissi io, andiamo. Prendemmo la macchina e partimmo. Per strada io cercavo di capire meglio come si sarebbe dovuto sviluppare il discorso, ma lui di tutto parlava tranne che del gruppo, girava intorno al discorso con la famiglia,  suo figlio i genitori ecc.... Andammo verso Quartaia, posto che io conoscevo molto bene, situato sulla provinciale casolese, e nell'arco di 5-10 minuti arrivammo a destinazione. Erano già arrivati e tutti stavano aspettando noi, sembravano dei pendolari che aspettano l'autobus la mattina. Bene le prove si fanno qui, era una cantina adibita a garage, c'era giusto lo spazio per piazzare un po' di strumentazione. Arriva il batterista e mi porge il fatidico Basso. Madonna come pesava, che manico lungo aveva, io ero abituato con la 12 corde che a livello di peso e manico non c'erano paragoni. Mi spiegarono (il chitarrista) come funzionava il discorso dei capotasti e di come districarsi con i giri armonici, ma non era così tanto facile paragonando il tutto agli accordi della chitarra. Bene si prova a fare un pezzo, mi dissero. Ok risposi, come se già fossi padrone dello strumento. Allora iniziarono con una canzone, il titolo non me lo ricordo, e io, chiesi, che ci devo fare come accompagnamento, una nota una serie di note ma come faccio, la mano non si apre, non sono abituato. Heeeee!!! col tempo ti abituerai, risposero. Si ma che nota devo fare. La tonalità, mi disse il chitarrista, è in DO + quindi il do é qui, e me lo fece vedere e poi va in SOL+. Ecco te facci questi due accordi. Si ma il tempo, io ho sempre accompagnato canzoni di revival o melodiche normali non di liscio. Comunque non ti preoccupare, questo che stiamo provando é un valzer, quindi é in tre quarti, cioé un due tre,, un due tre un due tre, si va be risposi io ma ho comunque da inquadrare il discorso, voi andate e intanto io cerco di capire dove devo mettere le dita perché a cambiare a tempo non mi viene ora. Così fecero, loro iniziarono  la canzone e io ogni tanto cercavo di farci qualche nota, sempre chiaramente fuori tempo per la problematica della lentezza del cambio di nota. La serata, come avevo già pronosticato, si evolveva nel peggiore dei modi per me, il quale, forse per natura, andare fuori tempo era come cadere in una buca. E pensare che mio padre me lo aveva chiesto, qualche anno prima, se avessi voluto imparare la musica, lui me l'avrebbe insegnata, ma a me a quell'epoca non importava niente, a me bastava suonare la chitarra come io sapevo fare e il resto era tempo perso. Bene per tutta la serata fu un rincorrere le note su quel manico maledetto, che fra l'altro aveva anche il ponte delle corde distante e quindi premere sui capotasti era un'impresa con annesso il dolore delle dita, nonostante i calli che avevo. Verso le 23,30 le prove finirono, e loro mi chiesero : come ti siamo sembrati ???? tu che dici ???? io che devo dire ragazzi, gli dissi, dal canto mio vedo una montagna insormontabile non so voi che pensate, ma a me é sembrato un bel troiaio (in toscano, una pessima cosa) quello che ho fatto stasera. Non c'ho messo neppure un accordo, anche perché a leggere lo spartito e cercare la nota quanto arrivo io voi siete già passati oltre. Ma non é vero, mi dissero, quel poco che hai fatto si é sentito. Le note che sei riuscito a metterci hanno riempito un pò la canzone, ma comunque non ci sono problemi, é questione di allenamento e di imparasi i giri armonici. Allora che fai, vieni con noi ????? Ma ragazzi non so che dirvi. Io sono sempre stato molto critico in ambito musicale, e dovendo vedere la cosa da un lato positivo, sarei veramente un ottimista. Poi questo basso un si sona, e duro e non tiene l'accordatura. Dovrei comprarmi un basso nuovo e onestamente non me la sento di spendere dei soldi in qualcosa che non sono sicuro di portare a termine. Allora loro mi dissero: proviamo a fare qualche serata, nel frattempo abbi pazienza e tieniti questo basso, con i primi soldi che prendiamo vedrai che potrai comprartene uno nuovo.

Ma l'amplificatore usiamo questo in comune con la voce e la tastiera, ma che casino viene fuori, dissi, bisogna differenziare i suoni dei vari strumenti altrimenti non ci si capisce niente. Vedrò di trovare un amplificatore in aggiunta, disse il fisarmonicista, così sarebbe già meglio. Ma insomma che fai vieni con noi o no ???? Alla fine, anche se non sapevo fare niente, ma avrei sicuramente incrementato le mie prestazioni, dissi va bene entro a far parte del complesso.

A quella prova ne seguirono molte altre,quasi tutte le sere, e più provavamo e più io sentivo la padronanza dello strumento. Da notare che la sera quanto tornavo dall'ufficio, mi mettevo a studiare, se pur senza amplificatore, le note e i giri armonici del basso, ma quel basso era una cosa mostruosa, non era possibile suonarlo, tanto feci, che insieme al chitarrista decidemmo di andare al negozio di musica dove lui aveva acquistato la chitarra, per vedere se ci fosse stato qualche basso usato. Infatti quando arrivammo li e sentimmo, il proprietario, lui mi propose un basso Goya, marca per me sconosciuta, io avevo in testa o il Fender oppure il Gibson, ma visto che il prezzo era buono,100.000 lire a quei tempi, decisi, dopo averlo provato, di acquistarlo anche senza la custodia. Tornammo a casa e decidemmo subito di andare a provarlo, infatti fu indetta una prova per la sera stessa. Rimasi estasiato, quel basso era veramente valido, e come si suonava bene cavoli a confronto con l'altro mi sembrava di avere una spider. Anche gli altri rimasero bene sia per lo strumento nuovo sia dal fatto che io avevo fatto molti progressi e adesso si sentiva veramente l'accompagnamento che io impartivo ai vari brani. Meravigliati proposero subito di iniziare a cercare delle serate perché adesso ce lo potevamo permettere. Infatti la prima serata la ricevemmo velocemente. Circolo ARCI di Barberino Val  D'Elsa. Un successo strepitoso, la gente che chiedeva in continuazione bis, gli applausi delle persone che venivano sotto il palco, insomma fu qualcosa di veramente positivo e quella fu la serata che consolidò il gruppo degli AMICI DELLA CANTINA.

                                                                 LA FORMAZIONE INIZIALE :

NARDOZZA GIUSEPPE                            : TASTIERE E FISA

BORRI DANIELE                                        : CHITARRA SOLISTA E CORI

BRUNI FRANCO                                          : VOCE

BRUNI SERGIO                                            : BASSO  E VOCE /CORI

CALZAVARA ENRICO                                : BATTERIA

                                                       Successivamente si unirono alla formazione :

BRUNI DINO                                                 : TROMBA

SANTINI ILFO                                              : SAX E CLARINETTO

TROCCA ROLANDO                                   : TASTIERE

                                                    Agli inizi degli anni '80 uscirono dal gruppo :

BRUNI FRANCO  - VOCE

CALZAVARA ENRICO - BATTERIA

                                                            Fuono sostituiti rispettivamente da :

BRUNI SERGIO - BASSO E VOCE

CONSUMATI MARIO - BATTERIA  VOCE E CORI

                      Questa era la formazione definitiva fino alla data dello scioglimento nel 1986

NARDOZZA GIUSEPPE                            : TASTIERE E FISA

BORRI DANIELE                                        : CHITARRA SOLISTA E CORI

BRUNI SERGIO                                            : BASSO  E VOCE

BRUNI DINO                                                 : TROMBA

SANTINI ILFO                                              : SAX E CLARINETTO

TROCCA ROLANDO                                   : TASTIERE

CONSUMATI MARIO                                  : BATTERIA  VOCE E CORI